Le valli di Lanzo stanno vivendo un momento cruciale, di profonda e faticosa trasformazione: tanti sono i focolai innovativi, tanti sono gli sforzi prodotti da privati cittadini, amministrazioni, associazioni, Pro Loco ed enti sovrazonali.
L’Associazione Produttori Toma di Lanzo, prodotto gastronomico per eccellenza delle valli, si inserisce attivamente in questo contesto di evoluzione proiettato verso il miglioramento della qualità della vita valligiana, dei suoi prodotti, dell’offerta turistica e dell’ambiente.
È attiva dal 2013 e ha lo scopo di valorizzare il marchio Toma di Lanzo anche rivalutando l’aspetto ambientale dell’allevamento in alpeggio, antitesi di quello intensivo.
Con questo obiettivo è stata conseguita nel 2017 la certificazione, del sistema di rintracciabilità nella filiera alimentare, ai sensi della norma internazionale UNI EN ISO 22005, (siamo l’unica piccola realtà casearia piemontese ad avere conseguito questo riconoscimento) con la quale si garantisce la provenienza dell’alimentazione delle bovine in zona montana, così come il luogo di produzione e di stagionatura..
I dati, raccolti come previsto dal disciplinare di rintracciabilità, sono stati elaborati da uno studente del Disafa di Torino, Tibor Verduna, che ha terminato brillantemente il suo percorso di laurea magistrale discutendo il 16/04/2019 la tesi intitolata “Sostenibilità ambientale ed economica della zootecnia alpina da latte in Piemonte: il caso di studio della Toma di Lanzo”.
La collaborazione con l’Associazione Toma di Lanzo, su richiesta del relatore prof. Luca Maria Battaglini, ha fornito numerosi dati relativi ai quantitativi di produzione, all’alimentazione delle lattifere ( razione media giornaliera) oltre a tabelle di calcolo e comparative di riferimento.
I risultati a cui è arrivato lo studio del dottor Verduna sono sorprendenti e molto incoraggianti: la produzione di Toma di alpeggio è sostenibile economicamente (anche senza contributi) e soprattutto rispetta l’ambiente. Le emissioni in atmosfera di CO2 della toma di lanzo di alpeggio sono inferiori di due terzi rispetto a quelle delle grandi DOP di pianura ( circa 4.7 kg di CO2 contro circa 16).
Ci preme sottolineare come tutto ciò sia stato possibile grazie alla certificazione ISO 22005 che richiede l’annotazione di numerose registrazioni e la redazione di documenti di sistema che permettono all’Associazione di conoscere ed elaborare, per quanto riguarda gli allevatori certificati, quantitativi di produzione e loro conformità e congruità con la superficie di pascolo, percentuali di trasformazione, numero di addetti, rese per ettaro, quantità di sostanza secca teorica e prodotta, numero di bovine da latte destinato a Toma di Lanzo.
Un piccolo archivio, unico in realtà minuscole come la nostra, che potrebbe essere utilizzato per ricerche, statistiche, elaborazioni, come nel caso della tesi dedicata.
L’Associazione intende con convinzione proseguire nella valorizzazione ambientale del prodotto: l’obiettivo per il 2020 è la certificazione biologica europea della toma di Lanzo di alpeggio , che sancirebbe un insieme di caratteristiche già presenti di fatto. I sistemi bio sono basati sull’interazione tra le migliori pratiche ambientali, un alto livello di biodiversità, la salvaguardia delle risorse naturali, l’applicazione di criteri rigorosi in materia di benessere degli animali e una produzione di alimenti ottenuti con sostanze e procedimenti naturali.
La cosiddetta Economia Verde, applicata rigorosamente, che coniuga la sostenibilità ambientale con metodologie e usanze che esaltano la tradizione e la cultura montanara.
Riteniamo un tema molto importante per il futuro valligiano il rapporto della Toma di Lanzo con l’ambiente, e le attività ad esso connesse.
Accoglienza turistica diffusa, tappe di percorsi ciclistici ed escursionistici in alta quota, micro fattorie didattiche: gli alpeggi possono trasformarsi in questo e molto altro, e contribuire ad arricchire l’offerta turistica delle valli e a valorizzare il fondamentale contributo degli allevatori al mantenimento della biodiversità, al contenimento del dissesto idrogeologico, alla cura preziosa delle fontane e delle sorgenti.
Sono argomenti che sono stati trattati e discussi nel dibattito del convegno del 26 e 27 ottobre 2019, organizzato con il patrocinio e il contributo dell’Unione Montana VLCC e dell’Unione Montana Alpi Graie , che ha vantato gli interventi di Tibor Verduna, il neo dottore, del Disafa, dello Slow Food, dell’UNCEM, della Federazione Regionale Coltivatori Diretti, della Regione Piemonte, di CSQA certificazioni, di INOQ soc coop, di rappresentanti di organizzazioni, di studiosi, di naturalisti.
Era inoltre presente l’associazione della Quarantina della provincia di Genova che ha allestito una mostra varietale di patate, (con oltre 350 qualità di tuberi) e un laboratorio per bambini molto particolare: derivata dal popolare gioco dell’oca, la variante che abbiamo proposto ha consentito di imparare moltissime cose sulle patate divertendosi.
Particolarmente indicato per i bambini della scuola primaria e della secondaria di primo grado, il Gioco della Quarantina ci aiutaci ha aiutati a ripercorrere il lungo viaggio compiuto dal tubero per arrivare sulle nostre montagne.